Abbiamo partecipato a Umbria Raid Experience, un bellissimo evento on-off road destinato a diventare un punto fermo nel panorama dell’adventouring.
Studiavamo a scuola che l’Umbria, unica tra le regioni italiane, non ha sbocchi sul mare né confini di Stato. Sta lì in mezzo, piccolina, un po’ compressa, anzi diremmo incastonata. Proprio come una pietra preziosa. Far conoscere storia, cultura, paesaggi, borghi fermi nel tempo, perle nascoste, tutto un territorio da scoprire da un punto di vista privilegiato: la sella di una moto. Questo era il proposito dei ragazzi del motoclub Campello in Moto quando hanno messo in cantiere Umbria Raid Experience 2024. Obiettivo centrato in pieno!
Inserito nel programma Mototurismo della FMI, patrocinato dalla Regione Umbria e dai comuni di Campello sul Clitunno, Bevagna, Nocera Umbra, Montefalco e Spoleto, e in collaborazione con i partner tecnici Acerbis, Liqui Moly, Continental, PMJ e Garmin, Umbria Raid Experience 2024 prevedeva una bellissima area en plein air in località Pettino, a oltre 1000 metri di altitudine, dove poter formalizzare le iscrizioni, piazzare la tenda, mangiare prelibatezze locali, e ballare fino a sfinimento sulle note di caricatissimi animatori e DJ locali. L’indomani sarebbe stata tutta un’altra musica.
To be ON or to be OFF, that is the question
Due percorsi, il gettonatissimo Adventouring offroad (per un buon 80%) e il panoramicissimo Discovery su asfalto. Noi, forti di una moto, la Suzuki V-Strom 1050 DE, che ci consentiva entrambe le opzioni abbiamo scelto l’avventura e ci siamo tuffati senza remore tra sassi, boschi e sentieri. Scelta azzeccatissima! (poi ne parliamo…)
Partenza, appena duecento metri, e poi subito giù per una pietraia che scendeva a valle. Così a freddo, l’incubo del diversamente manico, categoria alla quale apparteniamo. Dentro di noi affiora il dubbio che forse potevamo optare per la traccia che prevedeva varianti che bypassavano i tratti più difficili, ma A) che figura avremmo fatto, B) fare dietro front sarebbe stato un problema anche per Peterhansel, quindi tanto vale affinare la sensibilità sui freni, sulla gestione del peso, e lasciar scorrere la moto, che tanto è discesa e va da sola.
Piano piano acquisiamo confidenza e cominciamo anche a divertirci, dopo 7 km di picchiata arriviamo in fondo, un po’ di asfalto defatigante, qualche sosta foto su panorami che riempiono l’anima, qualche bello sterratone da derapate (per quelli bravi dico), e qualche bellissimo passaggio in mezzo all’ombra di boschi verdi di un verde che solo in Umbria. Poi arriva un altro di quei tratti bypassabili ma che non abbiamo per niente voglia di bypassare, anzi: è ancora sasso smosso, questa volta in salita bella ripida e con qualche tornante al peperoncino. Rallentiamo appena, respirone, e forti dell’insegnamento del nostro vecchio amico Kiddo ci sincronizziamo coi battiti del cuore, via l’ansia, prima dentro e gas costante. Unico accorgimento: chi si ferma è perduto!
Una moto che in fuoristrada stupisce
E scopriamo che come sempre il limite della moto è ben più avanti del nostro, ma scopriamo soprattutto che 1000 cc e 250 kg di motocicletta che avanzano non si fermano certo di fronte a dei sassi per quanto bastardi siano, basta avere fiducia, dare gas e cercare di indirizzarla senza troppe variazioni sul tema, che quella va su di motore bella stabile, oserei dire anche più dell’attempata monocilindrica austriaca con la quale siamo abituati a grufolare. Ok, in cima siamo un po’ in debito di ossigeno, ma ci diamo la mano da soli e facciamo pat pat sul cupolino. Fantastica moto (poi ne parliamo…).
Il giro è lungo, dopo il ristoro a Nocera Umbra la stanchezza si fa sentire (un po’ è il caldo, un po’ la mancanza di allenamento, un po’ tanto è l’anagrafe), e decidiamo di tagliare parte del percorso per non rischiare cali di concentrazione su altri tratti che ci dicono abbastanza impegnativi. Così quando arriviamo al campo base siamo in anticipo e possiamo concentrarci su bruschette, salami, arrosticini, salsicce, e un vinello che lipperlì sembra che non arrivi ma che poi ti fa dimenticare che la sera a 1000 metri i termometri segnano temperature a una cifra. Organizzatori santi subito!
Day 2
Domenica mattina Umbria Raid Experience 2024 prevede altri 170 km, molti scorrevolissimi in quota, per la maggior parte polverosi e/o su un terreno duro che la V-Strom assorbe senza batter ciglio, e per non farci mancare nulla pure un passaggio da lotta nel fango. Il tutto corredato dalla costante di panorami che ormai ci hanno conquistati e che ci ripromettiamo di tornare a vedere. Siamo partiti col borsone dei bagagli legati sulla sella, il ristoro a metà del giro è previsto a Montefalco, pochi km dalla superstrada che ci riporterà verso nord. Ci rifocilliamo, salutiamo, abbracciamo, ringraziamo, e puntiamo la prua verso casa.
Un aggettivo per Umbria Raid Experience 2024
Volendo descrivere l’Umbria con un aggettivo diremmo che è… RUSTICA. Rustiche le pietre dei paesi arroccati sui monti, rustica la lingua che si parla da queste parti, rustico il luogo del ritrovo, rustico il cibo servito su rustiche tavole, rustici i percorsi che in alcuni punti richiedevano una certa perizia. E rustici, ma pieni di una passione contagiosa, sono Marco, Andrea, Fausto, Simonetta, Chiara, Ilaria e tutti i ragazzi, medici, staffette, accompagnatori, che hanno messo insieme questa riuscitissima prima edizione. E siccome siamo rustici anche noi, non possiamo che promuoverli a pieni voti con lode. Stiamo già aspettando la seconda.
La nostra moto: Suzuki V-Strom 1050 DE
L’avevamo già usata in più di un’occasione nelle varie versioni, stavolta l’abbiamo portata, non senza qualche pensiero, su un terreno, il fuoristrada anche abbastanza impegnativo, che sulla carta poteva non sembrare proprio congeniale. Sulla carta appunto. Perché invece…
E’ pesante, per forza, e ha il baricentro altino, un po’ come tutte le crossover di riferimento. E, storica lacuna di casa Suzuki, non è una di quelle moto che se la guardi ti si scatenano tempeste ormonali (benchè in questa colorazione giallo/blu “Beppe Gualini” ha il suo bel perché). Ma i difetti finiscono qui.
Il motore con quei due cilindroni grossi come boccali di birra spinge a tutti i regimi, le tre mappature consentono di avere un’erogazione più o meno piccante a seconda delle esigenze, nei trasferimenti autostradali si gode di una ottima protezione aerodinamica e il comodo cruise control consente di impostare una velocità codice senza nemmeno doversi preoccupare dei tutor. Se poi si vuole osare su per i passi basta spingere di qua e di là su pedane e manubrio e ci si prendono belle soddisfazioni.
Quando l’elettronica è utilissima
Se poi l’asfalto finisce… beh, lì arrivano le sorprese. Per questo Umbria Raid Experience 2024 avevamo una gommatura Dunlop Trailmax Raid, ottimo compromesso on-off che ci ha fatto divertire su asfalto e procedere sereni su sterrato. Ma un grosso aiuto l’abbiamo trovato nella dotazione elettronica: sui sassi via il controllo di trazione, via l’ABS (disinseribile solo sulla ruota posteriore, anche se a ogni riaccensione si riattiva automaticamente), e abbiamo impostato la mappatura su C, quella che nonostante eroghi comunque la massima potenza (oltre 100 cv, mica bruscolini) la distribuisce in maniera dolce e pastosa senza mai mettere in difficoltà.
Utilissimo anche il quick shift per salire di marcia al volo senza scompensi o cali di regime in situazioni di aderenza precaria, ma soprattutto abbiamo apprezzato il sistema Hill Hold Control System: a un certo punto, in uno dei citati tratti da “chi si ferma è perduto”, qualcuno a metà salitone era caduto, e altri erano fermi ad aiutare. Non senza apprensione ci siamo giocoforza fermati anche noi terrorizzati dal dover ripartire da fermi in una situazione parecchio rognosa. In questi casi il sistema rileva la pendenza e blocca automaticamente la ruota posteriore per rilasciarla con dolcezza al disinnesto della frizione. E insomma, grazie a questo e a un po’ di sano zampetting siamo riusciti a ripartire alla grande senza l’aiuto della compagnia della spinta. In altre parole: mai più senza!
Dateci retta, quando la vedrete passare non lasciatevi andare ai soliti luoghi comuni sull’estetica: andate a provarla e poi ne riparliamo.
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